Contesto
Da inizio di marzo, come tutti ben sappiamo, la pandemia ha obbligato le università e le scuole a chiudere e quindi ad adottare una piattaforma per la didattica a distanza. La quasi totalità delle scuole e università italiane ha deciso di adottare una piattaforma proprietaria (ovvero non sotto il controllo dell'università) per la DaD, ad esempio zoom.us, microsoft teams e google classroom, invece di una libera (es. controllata dall'università e utenti), ad esempio jitsi o BigBlueButton. E questo è un problema. Il politecnico di torino fa eccezione perché ha deciso di adottare BigBlueButton. L'articolo di Etica Digitale racconta meglio la situazione.
Nella fattispecie l'Università degli Studi di Milano Statale ha deciso di utilizzare Microsoft Teams in accordo ai negoziati fatti insieme dalla CRUI e Microsoft. Alcuni professori utilizzano però altri strumenti proprietari come Zoom.us e Discord.
A causa di ciò le varie comunità del software libero hanno brontolato e ne hanno discusso tante volte ad esempio durante il Linux Day, in qualche riunione del merge-it, Seminario sull'università delle piattaforme e infine la Conferenza di Libreitalia.
Racconto
Quindi ieri(oggi), ovviamente di notte 😎 e inspirandomi a un paio di messaggi scritti da Damiano Verzulli su Telegram, ho deciso che avrei organizzato un gruppo con lo scopo di fare pressione sul Senato Accademico ed eventualmente sui vari dirigenti affinché spingessero UniMi a far adottare una piattaforma libera per la DaD, come BBB, sulla falsariga del PoliTo.
Per prima cosa ho deciso di contattare e coinvolgere quattro persone che sapevo che erano già a conoscenza della tematica e che fanno parte dell'università interessata. Una di queste quattro persone è un docente del dipartimento di informatica. Sono uno studente di un corso di laurea in informatica per cui non è stato così difficile trovare delle persone consapevoli.
Durante la mattina dello stesso giorno mi hanno risposto tutti positivamente e quindi ho deciso di creare un gruppo su Telegram per tale scopo. Durante la giornata ho scoperto che anche il DPO dell'unimi, che ho già avuto modo di contattarlo in merito al trasferimento dei dati da Europa agli stati uniti da parte delle piattaforme per la DaD, e un altro professore di programmazione sono dei simpatizzanti del software libero e quindi ho deciso di contattare anche loro per coinvolgerli. Ho stilato anche un possibile piano di azione per il raggiungimento dell'obiettivo. Il piano consiste semplicemente nel consapevolizzare tutti i rappresentanti degli studenti e professori in piccoli sottogruppi attraverso delle videochiamate. L'obiettivo è che durante la seduta del senato accademico del 12 gennaio se ne parli e che si arrivi a deliberare l'adozione di una piattaforma libera. In caso di fallimento procedere a informare e convincere i vari direttori dal prorettore competente fino al rettore.
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